CHIOGGIA. Si chiama «Acua», con la «c», il nuovo progetto della cooperativa Giotto realizzato a Chioggia che richiama da subito una diversità. Un giardino didattico attraverso cui viaggiare nella biodiversità acquatica e terrestre del territorio di Chioggia, realizzato dall’opera di disabili e operatori della cooperativa guidata da Nicola Boscoletto. Ieri la presentazione nel distretto 1 dell’Asl a Borgo San Giovanni, tra autorità, politici e i veri protagonisti: i disabili che hanno realizzato giardini e acquari, con la collaborazione, tra i vari sostenitori, dell’associazione Le Tegnùe di Piero Mescalchin. «Io mi annoio a non far niente - dice Simone, 37 anni, uno dei «ragazzi» della Giotto - Ora faccio il giardiniere, ma anche l’operaio nei cantieri e faccio parte del comitato di frazione dove abito. Mi piace impegnarmi, più energia scarico e più mi vien voglia di fare e lavorare». La riuscita di questo giardino, pensato soprattutto per i percorsi didattici delle scuole, sta tutta qui: soddisfare il bisogno di queste persone di un ruolo attivo. E’ un dato di fatto che, anche tra i disabili, il rischio depressione per chi non lavora è molto più alto di chi ha una occupazione. «La realizzazione della persona - dice Boscoletto - nel lavoro oggi è stata distrutta, ma noi da 17 anni lanciamo la sfida dell’inserimento nel mondo del lavoro per i disabili e del recupero sociale dei carcerati». Una sfida che passa anche per la burocrazia. «Le norme - continua Boscoletto - obbligano oggi le aziende a assumere disabili, ma li si inserisce dove disturbano meno. Diamo invece loro la possibilità di felicità». Una sfida che il sindaco Tiozzo condivide appieno. «Troppo spesso - dice il sindaco - chi amministra non osa, e non scommette sull’inserimento lavorativo dei disabili, perché non ne comprende l’utilità». «Soddisfatto», Arturo Orsini, direttore dell’Asl 14, «pur avendo contribuito con poche risorse», e di «necessità» ha parlato Andrea Ferrazzi, per la Provincia di Venezia, viste le ormai strettissime condizioni della fiscalità nazionale. «Ammirato e commosso» il prefetto Guido Nardone che già conosceva l’azione della Giotto nei suoi anni trascorsi a Padova. (e.bel.)
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